Il maltrattamento degli animali, è un reato previsto dall’’art. 544-ter del Codice Penale che recita:1. Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 1 anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro.2. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi.3. La pena è aumentata della metà se dai fatti cui al primo comma deriva la morte dell’animale. Questa la legislazione vigente. Non deve essere considerato “maltrattamento” solo la situazione più tragica, quella che per notizia e informazione ci viene fornita attraverso i media. Ma qualsiasi situazione che costringa un animale a vivere in condizioni inaccettabili, come ad esempio spazi ristretti, malnutriti, senza un riparo adeguato…Troppe però sono oggi le situazioni che rimangono impunite e se ne possono osservare e recuperare traccia in ogni parte del mondo: allevamenti intensivi, laboratori, canili, circhi, e, non ultimo, il possesso di un animale domestico da cui molto spesso scaturisce il successivo abbandono e randagismo.Il fatto che esista una legge in un codice penale (e quindi una coercizione) non sta a significare che ci debba essere comunque uno spregevole diritto a considerare l’animale inferiore, ma il rispetto verso gli animali deve essere, nel 2012, un dovere morale. Il fatto di appartenere ad uno stesso habitat naturale, e ove non sussistano esigenze alimentari particolari, dovrebbe essere sufficiente a riconoscere che il diritto di rispettto verso gli animali (specialmente quelli che si integrano nella società) non lo dovrebbe decidere il legislatore ma bensì la coscienza.L’uomo dovrebbe semplicemente limitarsi a rispettare la Natura, e con essa, il mondo animale. Se questo non avverrà la Natura si riprenderà i suoi spazi…come già sta avvenendo con il dissesto idrogeologico…
Daniela Beretta
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