MICI - LEGAME SPECIALE

MICI - LEGAME SPECIALE

mercoledì 26 gennaio 2011


DIARIO DI VIAGGIO -INGHILTERRA 2010-

4° giorno 


Giovedì 26  agosto 2010

La giornata di oggi comincia alla fermata di High Street Kensington , destinazione Kensington Garden con annesso palazzo.
Appena entrate io e L ci siamo trovate davanti a un parco ampio, c’è una certa distanza tra un albero e l’altro, ovviamente c’è chi approfitta per fare sport o portarci il proprio cane. In tipico stile inglese. Non fosse per le persone che fanno sport sembra una specie di ritorno agli anni Sessanta, stile “La carica dei 101”.
Ora ci troviamo davanti a Kensigton Place. Sulla panchina davanti. Ora il palazzo è in ristrutturazione e riaprirà nel 2011. Qui ci è nata la regina Vittoria nel maggio 1819, figlia del duca e della duchessa di Kent. Rimase qui fino al compimento dei suoi 18 anni e la salita al trono del 1837, incoronata poi nel 1838 all’Abbazia di Westminster.
A quanto pare appena divenne regina prese le distanze dalla protettiva e assillante madre che la tenne rinchiusa in quel palazzo per paure che, in quanto unica erede al trono rimasta, le succedesse qualcosa. Assaporò la libertà, ma si innamorò di suo cugino primo, il principe Alberto di Sassonia Coburgo-Gotha, tedesco, come la madre di Vittoria.
Vittoria attese a sposarlo perché voleva assaporare la libertà e  capire come muoversi in quella sfera di potere in quanto regina. Alla fine i due sposarono e nel 1840 nacque la prima dei loro 9 figli. Alberto morì di febbre tifoidea nel dicembre 1861, aveva 42 anni, Vittoria morì di morte naturale nel gennaio 1901, aveva quasi 82 anni. E’ la regina che ha regnato di più sino ad oggi.
Le sue scelte non furono sempre ben viste o giuste, ma ritengo che sia stata una grande regina a suo modo e il principe Alberto fu un uomo molto intelligente, a mio parere. L’esposizione universale del 1851, lo dimostra.
Incredibile poi è la loro storia di vero amore, lo zio di Vittoria, il re Leopoldo del Belgio voleva far sposare fin da subito i due cugini e alla fine,ma per amore i due si sposarono. Soprattutto Vittoria era molto innamorata del marito e la sua morte fu un colpo durissimo, tanto che dimezzò le sue comparse in pubblico e vestì sempre di nero, così so.  Accidenti, sto divagando.
Il tempo è un po’ nuvoloso adesso, che novità, ahahahah!
Sempre in questo palazzo visse Lady Diana con il principe Carlo (mi chiedo come abbia fatto a vivere tutto quel tempo con quel bruttone di Carlo).
Qui molti ci portano a spasso il cane e anche L apprezza, ci potrebbe portare il suo, come sarebbe felice. E’ un tale giocherellone!
Peccato che il palazzo sia chiuso. Ero curiosa. Beh! Quando un giorno tornerò….
Temo che si metta a piovere, non è  bello il cielo ora.

Lasciato il parco, abbiamo dato un’occhiata nei dintorni, ci sono degli edifici e case a schiera molto belli, è una zona graziosa, dove ci sono molti begli hotel. Molti negozi hanno prezzi accessibili. In uno ho visto dei bei guati verdi, peccato che mi fossero leggermente larghi e mancava il prezzo.
Ci sono molte marche italiane, credo di aver visto Zara, poi H&M e altri, poi stivali e borse, tanta bella roba. C’erano parecchie cose tra le 9 e le 40 sterline.
Una zona vivace,  mi è piaciuta.
La tappa successiva è stata Candem Town. Non vedevamo l’ora di tornarci. Ci era piaciuto molto l’altra volta.
Ci siamo arrivate con il bus, chiedendo, o meglio è stata  L  a chiedere, se la cava meglio di me, io mi sto bloccando in continuazione quando devo chiedere o dire qualcosa, dimentico le parole in inglese e mi blocco , ero più sciolta due anni fa. Mi vergogno di me. Perché non sono portata per le lingue! A volte rinuncerei alla mia capacità di dipingere, pur di saper parlare inglese, francese chissà quale altra lingua. A quanto pare è chiedere troppo.
Comunque, Candem Town era piena come al solito. Ogni facciata dei negozi è così colorata, a volte sporgo delle forme particolari, su una per esempio ci sono delle scarpe giganti.
Stavolta camminare tra le bancarelle e la strada è stato meno caotico, l’altra volta non si riusciva a camminare, doveva essere un fine settimana.
Personalmente ero alla ricerca di una canotta o t-shirt con la bandiera inglese. E l’ho trovata, anche la Prof. C  ne voleva una, le farà piacere. Le ho trovate pure a poche sterline.
Questa volta abbiamo visto molto di più e con più calma (questa volta non avevamo un aereo da prendere).
C’erano un sacco di abiti strani, appariscenti, che da noi non si vedono, anche se quelli dell’altra volta erano ancora più belli. C’erano abiti un po’ d‘epoca, oggetti vari d’antiquariato, abiti spaziali, quel negozio aveva una musica asordante, non lo consiglio a nessuno per la musaica alta, perché davvero ti rompe i timpani.
C’era molta gente oggi e abbiamo visto tutto il mercato. In uno spazio dove ci sono tante panchine di ferro e tavoli dove si mangia, c’era anche un negozio di specchi e cornici. Tutto bellissimo, ma io e L ci siamo chieste i turisti come faranno a portarsi a casa quegli oggetti tanto pesanti. Mah!
Cerano  anche specchi con la forma del simbolo della metro. Ma 35 sterline erano troppe!
Ho preso un paio di guati di pizzo neri molto vittoriani, anche se  L sostiene che siano molto da Lolita. Io insisto, sono vittoriani!  Lei piuttosto ne ha un paio di un rosa acceso e pelosi. In confronto i miei sono più discreti.
Che giornata, bella. Ci siamo divertite anche oggi, soprattutto io!
Questo viaggio è bellissimo, ancora non riesco a credere di essere nella mia amata Londra, attendevo questo viaggio d a così tanto. Finalmente sono tornata, peccato non rimanere qui  una settimana in più.

Valeria


 Dentro Candem Town
 Kensington Palace
 Kensington Garden, davanti Kensington Palace

venerdì 14 gennaio 2011

DIARIO DI VIAGGIO -INGHILTERRA 2010-

3° giorno


Mercoledì 25 agosto 2010


La giornata di oggi è dedicata alla città di Dover, sulla Manica, famosa per le sue bianche scogliere. Sono davvero molto curiosa.
Dal finestrino del treno ho rivisto la campagna inglese che ormai non faccio più mistero di adorare. Ho rivisto una località a me e L conosciuta. La stazione precedente di Dover Priory, è proprio quella di Canterbury.
Appena scese dal treno si è capito subito che è una città di mare, è anche vero che io, soffrendo molto il freddo, mi sarei messa una giacca più pesante, ma il ricordo della ventosa Canterbury di due anni prima e sempre ad agosto, mi teneva compagnia, una fredda compagnia.
Comunque, nonostante il clima ci siamo dirette prima verso il castello. Che fatica! Seguendo i cartelli siamo arrivati fino ad una strada asfaltata in salita. Ogni tanto mi dovevo fermare e per la prima volta da quando eravamo arrivate a Dover  avevo caldo! Ad un certo punto abbiamo incontrato degli scalini per arrivare ad una strada e dei signori ci hanno lasciate passare vedendo ch eravamo più giovani, che gentili.
Arrivate alla strada in cima, ci mancavano alcuni metri e finalmente siamo giunte alla biglietteria. Costo del biglietto….13 sterline se non ricordo male.
Le mie cosce imploravano pietà, così come quelle di L. L’interno delle mura contiene molto verde e sezioni diverse. La struttura è molto massiccia e ricorda la Torre di Londra.
Qui hanno girato la scena in cui nel  film “L’altra donna del re” (The other Boleyn girl) Anna Bolena venne giustiziata il 19 maggio 1536 alla Torre di Londra. Non potendo girare all’interno della Torre di Londra, sul prato della Torre bianca, cioè il corpo centrale della Torre, la produzione del film ha cercato una struttura molto simile e il castello di Dover è perfetto.
L’interno presenta delle ricostruzioni di come si presentavano gli ambienti un tempo.
Ci sono le cucine, poi si sale una scala a chiocciola per raggiungere gli ambienti come la sala delle guardie, la cappella, la sala dei banchetti, le camere coi grandi caminetti e quella del trono….
Arrivate in cima abbiamo visto il mare e il porto in lontananza, la città, era bellissimo, peccato per il tempo nuvoloso dove poteva piovere in qualsiasi momento.
Incredibile pensare che dall’altra parte del mare ci sia già la Francia, così vicina. Tirava un po’ di vento e non siamo rimaste molto.
Terminata la visita al castello ci aspettavano le scogliere e siamo scese.
Una volta arrivate giù vicino al mare, dovevamo attraversare la strada dove passavano tante di quelle macchine e tanti di quei camion che ci abbiamo messo un po’, il lungo mare non era granché ma avvicinandoci al porto, pieno di navi da carico e camion che entravano e uscivano abbiamo iniziato a notare le bianche scogliere! All’inizio non si capiva come raggiungerle, poi abbiamo riattraversato di nuovo la strada e trovato una piccola stradina in salita(abbiamo fatto molto sport oggi) e abbiamo ricominciato a  salire, salire, salire…..
Ci siamo fermati in due punti. In uno ci siamo sedute a guardare il mare e nel frattempo ho anche fatto uno schizzo a carboncino. Abbiamo finito anche il pacchetto di biscotti che  L ha comprato tre giorni fa a Westminster.
Sono buoni, ma avendo sopra il cioccolato fondente, non ci sono andata granché pazza, fossero stati con il cioccolato al latte allora mi sarebbero piaciuti molto. La verità è che se ho fame e non ho altro sottomano.
La pioggia però si stava avvicinando e dovevamo salire ancora. Siamo salite ancora e lì ci siamo fatte delle belle foto
La vista da lassù  era bellissima, nonostante il vento. Da un parte il porto, dall’altra il verde e infondo il castello.
Uno dei paesaggi più particolari che abbai mai visto fino a oggi.
In stazione abbiamo aspettato il treno, sedute su una panchina ad un cero punto ci siamo ritrovate un adorabile gabbiano, poi due e poi tre che cercavano da mangiare, allora L ha dato loro delle briciole. Che carina! E che carini loro, mai visti così da vicino.
Continuavano a tornare, poi il treno li ha fatti scappare.
Siamo arrivate a Londra verso sera, quindi  Victoria Station cominciava ad essere meno viva rispetto al resto della giornata, in cui la gente si muove come formiche in un formicaio. Un concetto strano, ma è così.
Mi sento parte di tutta quella gente che va avanti e indietro, che sale e scende dalla metropolitana, dai treni, dai bus….
Pensavo a questo prima mentre  io e  L eravamo sedute su dei gradini a mangiare. Purtroppo non ci sono molti posti per sedersi, come i cestini.
Peccato, dovrebbero avere una cultura maggiore per cestini e panchine nella stazioni londinesi.
Ci siamo prese un menù da Burger King, al volo, essendo tardi.

Passava gente di ogni tipo, con abbigliamenti particolari. Da noi sarebbero considerati eccentrici, ma li è normale.
Molte cose sono diverse rispetto a noi.
Uh, che stanchezza! Ma siamo contente di aver visto le scogliere di Dover.
Ho sentito papà e anche Nana sta bene. Di certo quando torrnerò sarà ancora più bella di quando sono partita. 
Mi spiace solo che essendo lontana da casa non posso andare a trovare Haru. Da quando non c'è più mi porto una sua foto sempre così la posso vedere ogni giorno, perme era più di un sempice gatto ,era davvero speciale Ho comprato, prima di partire un piccolo medaglione, così la posso portare con me, lei e Nana. 
Ora sono davvero stanca, sarà meglio andare a dormire.
Notte!


Valeria


 Castello di Dover, veduta dalle scogliere
 le bianche scogliere di Dover
 Che salita per arrivarci!

 Vista dal Castello

 Castello, all'interno delle mura


Vicino al porto
 Dover

sabato 8 gennaio 2011


DIARIO DI VIAGGIO -INGHILTERRA 2010- 

 
2°giorno


Martedì 24 agosto 2010


Questa mattina si comincia con Londra! Tutta la giornata. La regina questa volta era a casa, a Buckingham Palace.
Il parco adiacente ha dimostrato quanto la mania degli inglesi per i parchi sia sconfinata, piace pure a me. In effetti Londra è la capitale più verde d’Europa, l’ho sentito tanto tempo fa.
C’è un sacco di gente che corre per tenersi in forma, va a spasso con il cane….Mi piace! Coniderando che è una grande città e caotica.
Dopo abbiamo tagliato attraverso i parchi e abbiamo finalmente trovato l’Hard Rock Cafè! Finalmente! L’altra volta non lo abbiamo trovato perché ci siamo fermate prima, comunque è molto bello, piccolo ma bello.
Ho preso la T-shirt che preferivo, bianca con decoro azzurro e una classica per papà. In un altro negozio, procedendo per Westminster (Parlamento, abbazia, ecc…) ho trovato una cosa fantastica!
Una teiera! T-e-i-e-r-a! Ne volevo una da tanto! Ed è inglese. 10 sterline. Piccola, di vari colori pastello e io l’ho scelta azzurra, va benissimo con le mie tazze colorate dell’IKEA.
Ora la tanto agognata Abbazia di Westminster. L’altra volta non ho fatto il giro che desideravo.
Ora vado!


Mi trovo dentro, ora. Waw! Come la ricordavo. Posso fare ricerche per il mio romanzo! Sì perché, prima che Haru se ne andasse, ho iniziato a scrivere un romanzo storico l’anno scorso, sul periodo Tudor, lei era lì con me o sulle mie gambe mente scrivevo, stava li a farmi compagnia a guardarmi battere i tasti.
Voglio poter pubblicare il mio lavoro, per lei. Le ho promesso che ci avrei almeno provato e che sarei tornata in Inghilterra. Questa promessa l’ho mantenuta, ora devo solo riuscire a pubblicare.
Lo voglio fare per lei. Le sto tentando tutte.
La navata centrale è sempre spettacolare, così alta e poi c’è la lanterna, quest’abbazia mi piace, non perché mi piace,è di mio gusto.
Sono nella zona delle cappelle, quelle intorno a quella di Enrico VII. Adesso sono davanti all’epitaffio di Catherine Carey/Knollys  La stavo giusto cercando. Era la figlia di Maria Bolena, sorella di Anna Bolena  e di Enrico VIII di cui Maria fu amante.
Mi sono appuntata ciò c’era scritto per tradurlo. Accanto c’è l’epitaffio di Jane Seymour, terza moglie di Enrico VIII. Non mi è mai piaciuta quella sciacquetta, poi la tomba di Maria regina di Scozia, per cui non nutro simpatia.
Le ho sempre preferito Elisabetta che era protestante!
Prima ho visto la cappella di Enrico VII con la meravigliosa volta  a ventaglio, intagliata finemente. Un lavoro fantastico, bravo chi l’ah inventato e bravi quelli che ci hanno lavorato.
Enrico VII padre di Enrico VIII, divenne re a seguito della Guerra delle Rose terminata nel 1485 quando salì al trono Enrico di Lancaster che si unì in matrimonio con Elisabetta di York (da cui discende l’attuale regina d’Inghilterra, Elisabetta II).
Anche lui come il figlio non fu mai un uomo tanto tenero, ma a quanto pare il suo matrimonio fu felice.
Ora sono sotto la lanterna, dove ci sono le sedie, è imponente davvero qui.


Ho appena fatto un giretto nel cortile interno. L’altra volta non l’ho visto. Ah! Ho già visto la tomba di Elisabetta, cioè l’ho rivista. Il suo sarcofago sta sopra la sua tomba che sta sopra a quella della sorellastra Maria.
Maria la Sanguinaria, quella cattolica che non piace a nessuno. In effetti si è fatta odiare.
Ho preso qualcosa da mangiare per L nel chiostro, mi aspetta fuori sul prato.
Ricorderò questa visita, ho anche preso appunti per il mio romanzo in cui dovrò descrivere l’incoronazione di
Elisabetta.
Ora però devo andare. Ciao Westminster!


Ci siamo ritrovate a mangiare io e L di fronte al big ben, c’è stato pure un bel sole. Ci siamo sedute sugli scalini dei portici dove c’è anche il supermercato Tesco. Qui va un sacco di moda vendere nei super-market, mini-market, ecc…le porzioni, più svariate, di sushi! Da noi non si usa ancora, a me non piace il sushi ma è un’idea carina, spopolerà prima o poi anche da noi.
L invece continua a detestare le casette tutte uguali, la spaventano e io insisto, rincaro al dose. Io non le trovo brutte. Mah!
Finito di mangiare siamo andate con la metro al Victoria e Albert Museum che ha una fermata personale  e diretta al museo attraverso un tunnel di mattoni a vista.
Due anni fa non ero riuscita  a vedere una sala perché era chiusa e stavolta voglio trovarla. Si tratta di una sala del Cinquecento inglese. Li ci sono cos appartenute a Elisabetta I o del suo tempo comunque.
Girando girando ci è voluto un po’, c’è troppa roba.
Dopo siamo andate ai magazzini Herrods, hanno cambiato proprietario a quanto pare.
Come al solito una marea di gente! Le firme più famose della moda, cibo costoso e poi la zona d’acquisto abbordabile per tutti con i gadget.
Ho preso il tè, il suo filtro e una borsa classica, l’altra volta avevo preso solo il portamonete.
Al ritorno abbiamo preso il bus sbagliato, accidenti. Così abbiamo ripreso la metro per Victoria Station.
Questa sera invece siamo andate a vedere il Parlamento illuminarsi. Questa volta a differenza di due anni fa c’è stato meno vento, meno male, ricordo quando andavo controvento davanti all’obbiettivo mentre G cercava di fare le foto a L.
Ora con G non parliamo più, quando si smette di andare d’accordo è inutile continuare. Non mi pento, doveva andare così.
Volevo proprio vedere il Parlamento illuminarsi la prima sera che passavamo fuori. Un altro obiettivo raggiunto e questo ha un che di romantico, non in quel senso in quello letterario.
In più finalmente L ha avuto le sue foto fatte come si deve davanti al Parlamento. L’altra volta non erano venute bene così per due anni ha insistito per averle fatte bene.
Chissà come sta Nana? Bene di certo, fa compagnia a papà.
Ora sono stanchissima! Buona notte!



Valeria



FOTO DELLA GIORNATA!


 Il mio hotel (My hitel)
 A casa della regina (qeen's house, Bukingam Palace)

Abbazzia di  Westminster (Abbey)



 Oltre le inferiate del Pralamento (House of Parlament)


 Hard Rock Café
 St. Georges Drive, London
 St. Georges Drive, London
 Metropolitana(Undergroud)
 Herrods, il palazzo rosso infondo
 Parlamento
 Bukingam Gardens

 Abbazia di Westminster, chiostro

 Chiostro



Verso la City of Westminster

DIARIO DI VIAGGIO -INGHILTERRA 2010- 


1° giorno


Lunedì 23 agosto 2010



PRIMA UN PENSIERO
Finalmente! S riparte per l’Inghilterra! Quanto ho risparmiato e sognato questa vacanza!
Questa mattina appena sveglia ho stirato in fretta le camicie di papà che è tornato da Rodi, Grecia, sabato notte, poi ho controllato ancora una volta la valigia.
L’ho iniziata ha fare tre settimane fa! Quando l’ho pesata  ho fatto 14 Kg circa. Sistemato le cose al computer e po’ di cose al computer e portato fuori Nana a fare la sua passeggiata .
E’ così piccola, morbidosa e dolcissima! Ora c’è lei in casa. Haru purtroppo si è ammalata l’anno scorso e non ce l’ha fatta.
Fino ad oggi è stato difficile parlarne figuriamoci scrivere. A maggio ha cominciato a stare male, a starnutire sangue e ci sono stati giorni in cui stava malissimo. Alla fine portandola in ambulatorio è venuto fuori che aveva un rara malattia del sangue.
In pratica aveva una forte carenza si piastrine nel sangue, perché il suo sistema immunitario aveva cominciato di punto in bianco a distruggerle, così ogni emorragia per lei era una cosa seria, anche se starnutiva. Controllavo sempre ogni volta che starnutiva se aveva il naso pulito, se era bello rosa come la lingua, che non fosse anemica.
Avevo imparato a fare tutto per lei. Le stavo dietro ogni giorno, non la lasciavo mai sola. Ricordo che a fine maggio quando non sapevo se si sarebbe salvata una volta fatti gli esami o se avrei dovuto sopprimerla, ripetevo ad Haru che doveva tenere duo, che io sapevo che era forte.
Non voleva mai stare sola, piangeva per attirare la nostra attenzione e ricevere carezze di conforto.
Ricordo che un giorno ero talmente stanca fisicamente  e mentalmente, perché ero debole e non mangiavo, da non riuscire ad alzarmi dal divano per andare da lei che chiamava e allora ci è andato papà.
Ero stanca e volevo dormire, ma non potevo perché volevo andare da lei, ma non ci riuscivo. E’ stato orribile.
Alla fine è venuto fuori che era curabile, doveva solo prendere delle medicine.
All’inizio era solo il cortisone, pastiglie che le davo nel cibi come fossero caramelle, stavo attenta alle dosi prescritte.
 La portavo a fare gli esami del sangue mensilmente. Era il mio modo, se lei non stava bene, non stavo bene nemmeno io e io volevo solo vederla stare bene.
Le volevo un bene enorme. Non me ne rendevo conto, ma ero ormai tesa come un corda di violino e ora mi chiedo per quanto tempo avrei resistito così. Io sarei andata avanti per lei, finché fosse stato possibile.
L’estate passò bene, ma a fine settembre ricomciò  a starnutire sangue e prese altre tre medicine, oltre al cortisone.
Due di queste erano omeopatiche.
Le abbiamo provate tutte le cure possibili, è stato fatto di tutto, ma era troppo grave. Quando aveva le sue crisi la chiudevo in cucina dove ripulire il sangue era facile, stavo sveglia la notte e andavo di tanto in tanto a pulirle il naso per far si che il sangue secco non le bloccasse le narici.
Avevo imparato a darle l’antiemorragico, tutto. A parte le iniezioni e flebo sapevo fare tutto direi.
A settembre, poi ottobre e infine novembre ha avuto 5 crisi più o meno e all’ultima era ridotta uno straccio. Aveva sempre lottato, come tigre, per superare le crisi, ma a inizio novembre, non ce l’ha più fatta.
In tre giorni non è più riuscita  a muoversi, piangeva, diventava sempre più fredda e io mi svegliavo presto, cercavo di farla stare al caldo con acqua calda e asciugamani, ma stava cedendo.
L’ultima cosa che è riuscita a fare per me è stata salire le scale e venire sul mio letto a dormire con me per l’ultima volta.
Si è accoccolata vicino alle mie gambe e pensavo che fosse un buon segno. La notte dopo, tra l’11 e il 12 novembre non ce l’ha più fatta.
Mi sono sentita così sola. Cosa aveva fatto di male la mia micia non lo so. Che male c’era se restava e guariva un po’.
Non piace il modo in cui è finita, non così.
 L quando l’ho chiamata è venuta subito anche se era mezzanotte passata,
Mi ha permesso di seppellirla nel suo capannone dove ci sono anche i suoi cani. Ora Haru è sotto i rami di un mandorlo, quando fiorisce in Primavera è bellissimo, come lo era lei.
La vado a trovare ogni volta o quasi che ho macchina.
Haru in giapponese significa “Primavera” e non potevo lasciarla in posto migliore, purtroppo nel mio giardino non potevo seppellirla.
Il 7 aprile, il giorno del suo compleanno sono andata a trovarla come le avevo promesso e il mandorlo era in fiore, c’era il sole era bellissimo! Come le avevo detto.
Ora c’è Nana a casa. Una settimana dopo che Haru è morta, la mia veterinaria, mi ha chiamata per dirmi che una signora aveva trovato abbandonata una gattina.
Sono andata subito e quando l’ho vista piccola, morbida che stava in una mano le ho subito voluto bene.
Sentivo che dovevo portarmela a casa. Un a settimana dopo così è stato e lentamente ho ritrovato il sorriso grazie a Nana. L’ho chiamata così perché Haru è nata il 7 aprile e Nana in giapponese significa proprio 7. Volevo che avesse qualcosa di lei. Nana è moto vivace e esibizionista, vuole sempre ricevere attenzioni.
L mi ha molto aiutata e mono male che c’è stata. Anche papà si è subito molto affezionato a lei.



ORA PERO’ SI PARTE!
Il pomeriggio tardi siamo partiti io e papà, abbiamo preso L e siamo partiti per l’aeroporto. Mi mancherà la mia Nana.
Malpensa, Terminal 2
Check-in al banco della easy jeat, peccato che non avendolo fatto on-line abbiamo pagato 44 euro! Uffa! Comunque è stata l’unica pecca del aver prenotato su expedia.
Mi sono mangiato un bel panino con la cotoletta, che fame che avevo. Purtroppo a papà stava per scadere il parcheggio ed è dovuto andare via prima.
Siamo andate al Gate E25 e aspettato, con un ritardo di un’ora. Siamo arrivate alle dieci passate a Londra, all’aeroporto di Gatwick.
I bagagli sono arrivati subito ed ero al settimo cielo quando ho toccato terra. Non ci credo di essere di nuovo qui. Due anni dopo, quanto mi è mancato questo posto!
Abbiamo preso qualcosa da mangiare e da bere e  poi preso il treno per Victoria Station, lì vicino c’è il nostro hotel.
Si trova a  7 minuti circa dalla stazione l’Airwais Vitoria Hotel, in St. Georges Drive, 29-31.
Pur trovandoci vicino al centro, a differenza di due anni fa, è una strada tranquilla. C’è un pochino di vento e Victoria Station è grande e affollata, ma non ci abbiamo messo molto a trovare la strada giusta, la cartina è sempre utile!
La presentazione di expedia ha funzionato. Waw! Ma allora prenotare su internet funziona!
Siamo stanche, molto stanche.
La camera è piccola , ma c’è tutto. Il bagno è molto piccolo, ma che doccia, è più grane della mia! Ci sono due letti, uno singolo e uno matrimoniale. L si è fiondata su questo, ovviamente
Che stanchezza! Non vedo l’ora di cominciare il tour domani!


Valeria

Queste sono le mie due stelline, a cui penso quando sono in viaggio. Haru e la piccola Nana. CIAO HARU!